02 Oct
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Il Piano Transizione 5.0, nato per sostenere gli investimenti in digitalizzazione ed efficienza energetica delle imprese, si avvia alla conclusione nel 2025

A partire dal 2026 sarà sostituito da un nuovo incentivo che riprenderà la logica del Piano Transizione 4.0, aggiornandola alle nuove priorità industriali ed europee. 

Gli obiettivi

Il Governo punta a creare una misura semplificata più stabile e strutturale, capace di superare la logica dei bandi a scadenza e di offrire alle imprese un orizzonte pluriennale di programmazione degli investimenti. 

L’obiettivo è dare continuità al processo di innovazione, integrando digitalizzazione, sostenibilità ambientale e ricerca. 

Le possibili novità

Una delle novità più significative riguarda le fonti di finanziamento: la nuova misura non dovrebbe più basarsi sulle risorse comunitarie del programma REPowerEU, ma attingere in maniera stabile a fondi nazionali. Questo cambio di prospettiva comporta due vantaggi:

  • garantire la durata e la stabilità del nuovo incentivo, svincolandolo dalla disponibilità limitata dei fondi europei;
  • portare al superamento del vincolo DNSH (Do No Significant Harm), previsto per le misure finanziate con fondi UE, che spesso ha reso più complesso l’accesso agli incentivi da parte delle imprese.

Le previsioni

Il nuovo credito d’imposta 2026 dovrebbe quindi mantenere l’impianto di base del 4.0 (beni strumentali, ricerca, innovazione e formazione), ma con criteri aggiornati alla transizione ecologica e digitale, e con una maggiore attenzione al ruolo delle PMI, delle filiere produttive e delle tecnologie verdi.

Per le imprese sarà fondamentale pianificare fin d’ora le proprie strategie di investimento: il 2025 rappresenta l’ultimo anno di accesso al credito 5.0 e dal 2026 si entrerà in una nuova fase di agevolazioni più strutturata, stabile e meno vincolata alle regole comunitarie.

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